martedì 15 dicembre 2009

è una cosa cosi assurda che a me e te potrebbe benissimo capitare.

All' ABC le cose assurde capitano sempre. Perchè è l'ABC. Le cose cambiano, si evolvono, si trasformano. Ma l'ABC resta sempre l'ABC. Son passate 24 ore lunghe e corte come un sogno, che ti sembra siano passati dei giorni invece hai dormito due ore e ti chiedi come hai fatto a sognare tutte quelle cose in due ore. O viceversa, vai a letto, inizi a sognare e dopo cinque minuti di sogno suona la sveglia, e sono già passate sei ore. La telefonata della mamma in lacrime e singhiozzi per la decisione di mandare la propria bimba al comunale, perchè noi abbiamo qualcosa che loro non hanno. Un bambino fa cadere tutte le pastigliette di dolcificante della capa e sua madre le raccogllie e le rimette nella confezione, questo è solo un sogno. La nonna canta e prepara i costumini per Natale. La bimba che un anno e mezzo fa sembrava un caso disperato quest'anno farà la Madonna alla recita ed è la più brava di tutte. I primi regali di Natale sono i loro, sono regali preziosi, fatti col cuore grande di chi ci vuol bene davvero. Dopo tre mesi finalmente quella bimba entra al mattino e si butta in braccio, ce l'abbiamo fatta, ancora una volta, ma non avevamo dubbi. Una mamma depressa che non vuole andar via al mattino, dopo aver portato sua figlia. Forse vorrebbe stare a giocare con noi, forse si sentirebbe meglio. Tra pochi giorni ci sarà la recita di Natale, tutto è quasi pronto ma durante le prove io continuo ad affacciarmi alla capanna e a fare le smorfie, i bambini ridono e mi incitano perchè continui, io dico loro che il giorno della recita non lo potremo fare ma continuo a farlo, perchè loro si divertono, e io mi diverto.
Forse non avrò più il problema delle ore, delle sottrazioni, degli errori di calcolo. Chisseneffrega, si arrangeranno loro. Sì, loro, non più noi ma loro.
Io e la dada Gs ne abbiamo parlato spesso, dei compromessi.
Fare il lavoro che ci piace, nel posto che amiamo, coi nostri bambini, o rinunciare a tutto questo per avere un buon contratto, delle condizioni migliori, delle garanzie per il futuro? E' sempre stato un dilemma e il cuore ha sempre scelto per noi, ma prima o poi avremmo dovuto scegliere con la ragione. Sarebbe bello, l'abbiamo sempre detto, lavorare nel posto che amiamo, coi nostri bambini e con un buon contratto e delle condizioni migliori. Una cosa assurda forse, dada Gs.
Cosi assurda che a me e te potrebbe anche capitare.

Dada Delfina

giovedì 26 novembre 2009

ROMA CAPUT MUNDI


Lo scorso weekend sono stata a Roma con le mie zie e la mia cuginetta. Ho rivisto Roma dopo 16 anni. Rivedere una cosa-persona-città dopo 16 anni è qualcosa di indescrivibile credetemi se ve lo dico...e lo è alla mia età perchè 16 anni fa ero una bambina e ora sono una donna, e 16 anni alla mia età sono una vita, anzi sono due vite.
Ma Roma è sempre Roma. E ora, dopo 16 anni e dopo aver visto altre città posso affermare con certezza che Roma è la città più bella che io abbia mai visitato. E l'ultima città al mondo dove vorrei vivere.
Perchè Roma è una troia, è bella e sa di esserlo e se la tira un casino. Ti sbatte in faccia robe come il colosseo, tu scendi dal treno, esci dalla stazione, cammini per dieci minuti e lei ti sbatte in faccia 'sto coso che tu non te lo aspetti e per un attimo ti manca il respiro. E non puoi prendere un autobus perchè se ti perdi un angolo, una strada, una piazza, una chiesa, una pietra è un peccato mortale.
A Roma tutto è enorme, gigante, largo, alto. Non c'è una chiesina, una stradina, una piazzetta. Tu stai camminando, giri un angolo e lei ti sbatte in faccia qualcosa di enorme e meraviglioso e non puoi continuare a camminare con indifferenza, devi trattenere il respiro per quei cinque minuti, perchè non ce la fai.
E' la capitale d'Italia e ci sta tutta. Se lo merita mannaggia. Sta al centro d'Italia, si è conquistata tutto il mondo, bastarda e cattiva, è stata la padrona di mezzo mondo, se l'è preso.
Non potrei mai vivere a Roma.
Vivere in una città vuol dire alzarsi la mattina, fare quel pezzetto di strada, prendere l'autobus, passare davanti a quella strada, a quella chiesa a quel monumento, che vedi tutti i giorni mattina e sera, e andare a lavorare o a far la spesa o a incontrare un'amica.
Vivere a Roma vuol dire uscire di casa la mattina fare quel pezzo di strada, prendere l'autobus e passare davanti al colosseo, o al vaticano, o all'altare della patria e andare al lavoro. Vivere a Roma è troppo impegnativo. Roma è da vacanza, da vedere ogni 15 anni e riconoscerla e sapere dove andare come se ci fossi stato ieri. Roma è sorprenderti tutte le volte, spalancare gli occhi davanti a quelle meraviglie come se le vedessi per la prima volta. E non lo puoi fare se ci vivi.
Rientrando a casa mi son fatta la domanda che mi faccio sempre quando visito una città: "se potessi portarti qualcosa di Roma a Bologna, solo una cosa, cosa porteresti?".
Certo non il colosseo, non la fontana di Trevi, non l'altare della patria. Non sono cose che vorrei vedere tutte le mattine, mentre vado al lavoro. Perderebbero quel fascino del vederle ogni 15 anni.
Io se potessi portare a Bologna qualcosa di Roma, da vedere tutti i giorni mentre vado al lavoro, mi porterei il sole.

dada Delfina

giovedì 12 novembre 2009

SOLO PER AMORE

Qualche settimana fa parlavo con un'amica. L'argomento era l'amore e le relazioni.
E non pensate all'amore come al sentimento tra due che stanno assieme e alle relazioni come rapporto tra un uomo e una donna; l'amore in generale, le relazioni in generale.
La mia amica mi disse: "ci sono molti motivi per cui le persone intrattengono delle relazioni, raramente lo fanno solo per amore". Io al momento pensai "ha ragione e questo è molto triste".
Ma quella frase rimase in me come spunto di migliaia di riflessioni, o pippe mentali come dir si voglia. E continuo a pensare che spesso è triste intrattenere una relazione solo per amore.
Sembra una frase assurda, un'ennesima conferma del mio delicato equilibrio (equilibrio o squilibrio?) psichico. Ma riflettiamoci un attimo.
Pensiamo di chiedere a due donne il motivo per cui stanno coi loro uomini.
Immaginiamo che la donna A ci risponda "Io sto col mio uomo perchè è dolce e generoso, mi porta la colazione a letto tutte le mattine e mi regala le rose per le occasioni, mi porta a cena fuori il sabato, mi riempie di complimenti e parole dolci, di piccole attenzioni, il messaggino dall'ufficio, senza parlare di....insomma avete capito".
Immaginiamo che la donna B ci risponda "Io sto col mio uomo perchè lo amo, e lui ama me".
Istintivamente ci verrebbe da pensare che la più felice sia la donna B. La A non ha parlato affatto di amore mentre la B con una semplice risposta ci ha dato il motivo più nobile e bello per intrattenere una relazione con un'altra persona.
Ma cosa si nasconde dietro quel "Lo amo"?.
Immaginate che il pensiero della donna B sia "Io sto con lui perchè lo amo. Anche lui mi ama, certo, ma non me lo dice mai. E' spesso assente e distratto, mai una parola dolce o un pensiero carino, mai una sorpresa, un messaggino dall'ufficio per dirmi ti amo o mi manchi...".
Ora pensate ancora che sia il massimo una relazione basata solo sull'amore?
Io continuo a pensare di si'.
Ho detto l'ennesimo no per amore, solo per amore. Guardavo la mia misera busta paga, il mio contratto, le mie prospettive per il futuro, ma l'amore rende tutto più facile da sopportare.
Ed è stato più forte anche stavolta. Sono tante le cose che mi mancano, ma non l'amore.
Forse un giorno dirò basta, certo lo farò. E' solo un passaggio, un tunnel con un'uscita, che magari non è neanche tanto lontana.
Ma sarà ancora una volta per amore.

Dada Delfina

domenica 11 ottobre 2009

In un'altra vita

Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire il rumore dei miei passi, le mie scarpe da ginnastica sulle pozzanghere.
E se mi concentro riesco ancora a sentire qualche odore. Quello di fish&chips agli angoli delle strade, quello dei sandwiches del mio pranzo, quello della terra bagnata di pioggia, quello dell'erba fresca dei prati.
E i rumori. E i nomi delle strade. E le facce, alcune.
Camminavo tutte le mattine per un chilometro e mezzo con l'invicta sulle spalle e la testa bassa, contando le mattonelle del marciapiede. Se dovessi fare adesso quella strada avrei tanti pensieri ad accompagnarmi. Ma allora no, i pensieri non c'erano, c'erano solo le mattonelle del marciapiede, e una strada da attraversare, guardando prima a destra e poi a sinistra, andando contro gli istinti innati e gli insegnamenti radicati in diciotto anni di attraversamenti pedonali.
A volte anzichè contare le mattonelle del marciapiede ascoltavo il walkman con le cuffie. Portavo con me il walkman, due stilo di ricambio e una penna bic per riavvolgere il nastro, per non scaricare le batterie. Ascoltavo Gianluca Grignani e Vasco. E alcune volte addirittura pensavo, in inglese.
Pensavo alla lezione da ripassare, all'autobus da prendere, alla serata che mi aspettava. Ai ragazzi che avrei conosciuto.
Non so se quella mattina contavo le mattonelle, o ascoltavo musica, o pensavo, so soltanto che la lezione ormai era saltata. E so che c'era il sole e le pozzanghere emanavano una specie di profumo di primavera, di maggio.
E la piazza sembrava Babilonia. Non so come fosse Babilonia, non ricordo di essere mai stata particolarmente attenta alle lezioni di catechismo ma immaginavo Babilonia come una piazza con una torre (la torre di Babele, non so se Babele e Babilonia avessero qualche legame) e tante persone che parlavano lingue diverse tra loro.
Ecco io mi trovavo in un posto simile alla mia idea di Babilonia. E l'unica persona che parlava la mia lingua era un ragazzino, un bambino. Un bambino che sorrideva.
La prima volta che vidi quel sorriso pensai che forse quel bambino aveva bisogno di un apparecchio per i denti.
Poi mi sorrise di nuovo, dopo qualche tempo, e pensai che era perfetto e non aveva bisogno di niente.
Forse io avevo bisogno di qualcosa, di quell'incontro, di quel ritardo, di quel bambino, di quel sorriso.
Di quel ricordo da sepellire e da dimenticare e da riportare su una spiaggia in un' altra vita.

venerdì 4 settembre 2009

Parlo da sola, almeno mi rispondo.

Io ho un alter ego, pochi lo sanno. Si chiama Claudia. Non è un nome scelto a caso in un momento di follia, il mio alter ego si chiama davvero Claudia. E' un nome che mi è sempre piaciuto non tanto per il suo significato (che è qualcosa come "zoppo") quanto per il suo suono che mi ricorda tanto "nuvola" in inglese. La dada Chiata dice che Claudia ha un suono che scivola e rimbalza, come un'onda su uno scoglio... Clau...scivola, rotola e ...dia, rimbalza.
Io parlo molto con Claudia. Anche se non ce ne sarebbe bisogno perchè lei sa tutto di me, io le parlo lo stesso. E non pensiate che lei mi da sempre ragione, non è cosi.
Claudia mi cazzia, mi rimprovera, mi mette anche i bastoni tra le ruote a volte.
Anzi per dirla tutta lei non è quasi mai d'accordo con me, non so se lo faccia per dispetto o per ripicca ma ha sempre qualcosa da ridire, mi fa sentire come una che fa solo stronzate. Meno male che i congiuntivi non li sbaglio perchè se li sbagliassi lei sarebbe una di quelle sempre lì ad ascoltare e a correggere. Fastidiosa.
L'altra sera io e Claudia abbiamo parlato tanto. Sedute sul divano con un bicchiere di tè freddo parlavamo del passato, del presente e del futuro. Lavorativo, anche.
Io ho un sogno e Claudia lo sa; è quello di poter avere un giorno una mia attività, un asilo ovviamente, tutto mio. Certo per ora è solo e soltanto un sogno, ma pur sempre un sogno che prima o poi intendo realizzare. Stavolta Claudia mi ha ascoltato senza fiatare. Quando Claudia mi ascolta senza fiatare i motivi sono due: o non mi sta prendendo sul serio oppure, molto più raramente pensa che in quello che dico almeno un 5% di sensato ci sia. Credo che neanche stavolta mi abbia preso sul serio.
Parlavo del mio futuro asilo, dei miei futuri bambini, delle attività, degli arredi e del materiale didattico. Lei mi guardava e ogni tanto faceva "ah" "si" "uhm" per farmi credere di essere interessata.
Certo i problemi ci sono, le dicevo. I soldi, certo, ma la Regione finanzia....si si certo i permessi, ma c'è una legge Regionale.... Ogni volta che dicevo la parola Regione o un suo derivato Claudia si contorceva un po', cambiava espressione, abbassava lo sguardo.
A un certo punto, alla fine del mio quasi-soliloquio mi guarda e mi fa: "sì, ok, ma la Regione quale?"
La Regione quale???
"ah" le ho risposto, "tu che dici?".
"Boh" mi ha detto.
Al che mi sono un po' alterata. Ma che razza di alter ego mi sono andata a trovare?
La prossima volta parlo da sola, almeno mi rispondo.

Dada Delfina

mercoledì 29 luglio 2009

TERAPIA DI GRUPPO




Ultima settimana all'Abc. La seconda settimana senza la capa.
Tutti i giorni, all'ora del pranzo dei bimbi io e la dada di Gs facciamo la seduta psichiatrica o terapia di gruppo. La terapia di gruppo comincia tutti i giorni con un coro: CHE SUCCEDE??? CHE SUCCEDE??? CHE SUCCEDE????
Sono loro, i bambini che danno il via tutti i giorni alla seduta.
Tutti i giorni alla stessa ora, quella della frutta del dopo pranzo, passa la macchina che pulisce la strada; appena i bimbi avvertono e riconoscono il rumore levano il coro, sempre lo stesso tutti i giorni: CHE SUCCEDE??? A partire da questo coro si crea un clima di rilassatezza e divertente confidenza tra noi educatrici e loro, i bambini 24/36, cioè quelli dell'ultimo anno, dai due ai tre anni. Sono 6/7 bambini. Con questo coretto sembra quasi che si instauri un'atmosfera di complicità in cui noi siamo bambini e loro un pò educatori. Allora si parla, si scherza, si ride e ci si fa i dispetti. Noi e loro, alla pari. E si parla di tutto: di mamma e papà, delle vacanze, dei giochi preferiti, dei fidanzati e degli amici, del futuro (per loro, in particolare l'imminente esperienza della materna, senza di noi).
E allora si sentono frasi come "io io io io io vado al mare coi cugini"; "P. è seduto lì, si vede il culo!" "dada, chiudiamo la dada Erminia in bagno?" " Io vado in Toshcana con la paletta!".
Spesso capita che io e la dada Gs diamo l'input e poi lasciamo che siano loro a intavolare la conversazione. Ogni giorno mi prometto di portare la videocamera perchè è impossibile raccontare tutto quello che viene fuori da quelle conversazioni. Ci sono quei momenti che io e la dada Gs non riusciamo quasi a stare in piedi dalle gran risate. Ma poi l'incanto quasi sempre viene rotto da un pianto di neonato o da un odore sospetto. E allora bisogna interrompere la terapia di gruppo, e rimandare tutto all'indomani. Tanto la macchina per pulire la strada passa tutti i giorni alla stessa ora, all'ora della frutta.
E tutti i giorni si leva quel coro: CHE SUCCEDE???

Dada Delfina

domenica 12 luglio 2009

Luglio, tempo di bilanci.

Mancano tre settimane alle tanto agognate ferie.
Il 31 Luglio è la data che tutte noi all'Abc aspettiamo più o meno dal primo di settembre...
Luglio è un mese particolare: fine delle attività e cazzeggio più totale, alcuni bimbi partono per qualche giorno di vacanza liberandoci delle loro vocette insidiose e tutte siamo più stanche ma nello stesso tempo elettriche perchè ormai manca poco e le vacanze si avvicinano. Talmente elettriche che alle volte dimentichiamo a casa la testa e ne combiniamo di cotte e di crude. Come la Dadaniela che si è dimenticata di aprire una mattina. L'apertura è alle sette e mezza e lei è stata svegliata alle otto al telefono dalla voce (non proprio gentile in quel frangente...) della capa richiamata all'ordine da un papà in attesa dell'apertura.
E Luglio è anche mese di bilanci, e bilanci all'Abc significa soltanto una cosa: bambini che vanno via. Una cricca di bambini che vanno alla materna lasciando un vuoto incommensurabile tra quelle quattro mura che è anche vero, presto saranno riempite da altre vocette, altre faccine, altre corse, altri pianti, altre risate. E' che adesso sempbra assurdo pensare di riaprire e non trovare più quei bambini. Poi è vero ci si fa l'abitudine ma all'inizio è strano.
E ci sono altri bambini che ci lasciano a metà. Sono quelli che fanno la domanda al nido comunale e vengono presi...e tra questi c'è anche lei, la mia adorata punkabbestia. La bionda con la faccia da stronza. A Settembre compirà un anno e non lo festeggerà all'Abc...
L'ho conosciuta quando ancora non esisteva. L'ho vista che aveva pochi giorni, l'ho presa in braccio che forse aveva un mese, le ho cambiato il pannolino che forse ne aveva due, è arrivata all'Abc in veste ufficiale che aveva cinque mesi, mi ha fatto prendere due tonsilliti e una congiuntivite, ma cosa fai quando una creatura di cinque mesi avvicina la sua boccuccia spalancata alla tua con l'intento di baciarti? Credo che se lo facesse Raoul Bova potrei appellarmi alla mia resistenza ma credetemi se lo fa una bambina di pochi mesi non è possibile.
Ma il nostro lavoro è così. E' un continuo susseguirsi di amori brevi e intensi. E ogni volta ci si ripromette di essere più fredde, più professionali, ma puntualmente arriva il cucciolo di turno che ci fa perdere la testa con un sorriso e con lo stesso sorriso ci abbandona inconsapevole, facendoci ciao con la manina come se dovesse tornare domani.
E invece tu sai che con molta probabilità non lo rivedrai mai più.

Dada Delfina

giovedì 2 luglio 2009

COSA VUOI FARE DA GRANDE? -parte seconda


Faccio l'educatrice e sono contenta.
Guadagno un cazzo ma mi piace questo lavoro e sono contenta davvero; mi piace svegliarmi la mattina ed essere felice di andare all'ABC.
Ma a volte mi fermo a pensare a quanti altri mestieri avrei potuto fare se non avessi scelto questo lavoro...o se questo lavoro non avesse scelto me. A parte la nuvola ovviamente, che non era fattibile per ovvi motivi, sono tanti i mestieri che in trenta e passa anni ho pensato di fare.



LA PASTICCERA, PIZZAIOLA, GELATAIA. Insomma una che sta dietro un banco a fare e/o vendere per tutto il giorno cose buone. Tra i tre forse quello che mi sarebbe piaciuto di più è il gelataio. Prima di tutto perchè a fare il pizzaiolo o il pasticcere mi brucerei col forno; e poi gli odori di pizza e dolci prima o poi stufano, il gelato non fa un odore forte e non brucia. E poi una volta, in una gelateria di Cagliari, ho visto un gelataio che si preparava un mini-cono della grandezza di una punta di cono normale e se lo mangiava. Ecco se io fossi una gelataia anzichè prepararmi, nell'arco della giornata tre o quattro coni normali, mi preparerei una trentina di quei mini-coni! Ma poi ho pensato che il gelataio lavora per tutta l'estate e finisce di lavorare tardissimo la notte,e anche il pizzaiolo e il pasticcere...non mi piace, niente gelataio, niente pizzaiolo, niente pasticcere.




IL MEDICO: Un mestiere che fa guadagnare tanti soldi. Mi è capitato di vedere me stessa, in camice verde e crocs verdi abbinate che si aggira per i reparti a dispensare medicinali e infelici diagnosi. Me stessa studentessa di medicina che suda milleduecento camicie su difficilissimi testi. Me stessa che taglia e cuce carne umana, ma anche no. Me stessa tirocinante che finisce a letto con una specie di dottor Sheperd, anche sììììì...ma poi ho pensato che io son troppo ipocondriaca; io se sento una malattia corredata di sintomi, tempo due ore io quei sintomi ce li ho tutti, ergo io ho quella malattia. Io in trent'anni e passa ho avuto almeno un milione di malattie, di cui il 90% mortali. Non c'è un punto del mio corpo che non sia stato accusato dalla mia mente malata di essere ricettacolo di un bruttissimo male. E un conto è sentir parlare di malattia una volta all'anno, un conto è fare il medico e sentir parlare di malattie ogni 3-4 minuti per tutti i giorni...non mi piace, niente medico.



LA LIBRAIA. Bellissimo lavoro. Ho sempre sognato di lavorare in una libreria, anzi di avere una libreria tutta mia, promotrice di tante interessantissime iniziative. Mi sarei rassegnata anche a lavorare di sabato e qualche domenica. Finchè non ho visto che la Feltrinelli di via dei Mille chiude tutti i giorni all'una di notte e il sabato alle due. Non mi piace, niente libraia



IN UFFICIO. A fare qualsiasi cosa, ma dietro una scrivania. A compilare scartoffie, a sbatacchiare sui tasti, con delle decolletè col tacco 12 e le gambe accavallate, coi capelli in ordine, il tailleur e le unghie perfette e la maglietta senza scie lumacose che si vedono in controluce. A fare la pausa caffè e leggere il sole 24 ore, e rispondere alle telefonate e fermarsi per l'happy hour, e chiedere l'aumento al capo e flirtare col collega come quelle signorine descritte da Cosmopolitan che lavorano tutte in ufficio. Che figata...quante volte, in mezzo al delirio e alla confusione ho esclamato con (poca) convinzione: "Voglio la scrivania!!!" Che figata...tutto questo per un giorno. E sì, perchè già il secondo giorno di lavoro mi verrebbe l'ansia, inizierei a muovere in modo frenetico i piedi ( con le decolleté tacco 12), a mangiarmi le unghie perfette, a stritolarmi i capelli piastrati e tinti, a fregarmi gli occhi mascarati, a grattarmi le gambe smagliandomi le calze da 35 euro, a mandare a fanculo capo e collega. Non mi piace, niente ufficio.



LA PSICHIATRA. E diventare famosa, scrivere libri ed essere intervistata al Maurizio Costanzo Show, raccontare la mia vita, il mio lavoro, i libri scritti,come Morelli e poi attaccarmi dietro a Bettarini per fare il trenino, o viceversa. Ma poi ho pensato che fare lo psichiatra forse non è solo questo e non mi piace, niente psichiatra.



LA HOSTESS. Quelle vere che stanno sugli aerei. Sempre in giro per il mondo senza fare un cazzo se non andare avanti e indietro per il corridoio dell'aereo e fare sorrisi a destra e a manca, e chiudere cassettini portabagagli con la manina dalle unghie perfette (anche loro)e muovere le braccia a mò di tg per i sordomuti mentre una vocina registrata dice cosa bisogna fare in caso di....ecco appunto, in caso di. Non mi piace, la hostess no.



LA WEDDING PLANNER. Ecco questo è uno di quei lavori che mi piacerebbe ancora fare: organizzare matrimoni! Occuparmi dei fiori, del ricevimento, dell'animazione, prendere i contatti con la Chiesa e il ristorante, andare ad assaggiare il menu...farmi i cazzi degli sposi, che meraviglia. E ci ho anche provato...Un anno e mezzo fa io e la dada Chiara abbiamo fatto un colloquio in un'agenzia che organizzava eventi, presentandoci come Wedding planners e raccontando un mucchio di fesserie sul nostro fittizio cv. Stiamo ancora aspettando che ci chiamino...mi piace, la wedding planner sì!




E poi ci sono quei mestieri che non mi piacerebbe proprio fare, ma provare a fare per una giornata, o forse anche solo mezza: falciare l'erba con la falciatrice elettrica, tracciare i campi da calcio con la calce, preparare quella pastella di sabbia e cemento che fanno i muratori, passare l'intonaco, lavare i pavimenti della stazione guidando quelle macchinine elettriche che puliscono, appunto, i pavimenti nelle stazioni, mettere le multe alle persone che viaggiano in autobus senza l'apposito titolo di viaggio...o anche perchè no, fare la casalinga, ma non quella che pulisce casa e fa la spesa. La casalinga che va in palestra, al centro estetico, a fare shopping, all'aperitivo con le amiche e torna a casa la sera in tempo per far trovare la cena pronta al marito. Quella che è passata a ritirare al take away dopo l'aperitivo!
Eppure tra tutti quei mestieri che avrei potuto fare ho scelto proprio di rinchiudermi in un asilo nido con potenziali psicopatici che urlano, piangono e cagano tutto il giorno. Forse allora è proprio vero, non sono io che ho scelto questo mestiere, ma è questo mestiere che ha scelto me.

Dada Delfina

domenica 31 maggio 2009

COSA VUOI FARE DA GRANDE?


Chi di voi non si è mai sentito porre questa domanda? Penso nessuno.
Alle scuole elementari è la prima domanda che ti fanno.
Quando vai con mamma e papà e trovare i parenti, o dal medico, o a un funerale o al parco o al ristorante se hai un'età compresa tra i tre e i dieci anni ti chiedono: "Cosa vuoi fare da grande?". Sembra quasi che quando un adulto non sa cosa chiedere a un bambino usi questa domanda per fare conversazione.
I maschietti in genere vogliono fare gli astronauti, i cow-boys, i pirati. Alcuni i dottori.
Le femminucce vogliono fare le ballerine, le maestre (soprattutto se a fare la fatidica domanda è la maestra, perchè si sa, le bambine a sei anni sono un pò lecca-culo), le principesse. Alcune le dottoresse.
E poi ci sono le eccezioni. Io ero un'eccezione: io a sei anni, da grande, volevo fare la nuvola.
Già la nuvola. E il bello è che tutti rispondevano "aaah che bello" senza mai chiedermi "e che cosa farebbe, di grazia, la nuvola?". Forse già quando avevo sei anni, gli adulti mi vedevano, a ragione, come una un pò spostata. Anzi son sicura che fosse così perchè mi ricordo benissimo che da piccola sono stata spedita, su consiglio della mia maestra delle elementari a farmi strizzare da una psicologa...ma questa è un'altra storia.
Nessuno mi ha mai chiesto nulla. Sono io, la me trentenne che chiede alla me di sei anni "che cazzo fa, di grazia, la nuvola???".
E cerco di rispondermi.
La nuvola cambia di secondo in secondo, restando sempre sé stessa. La nuvola cambia forma e colore e consistenza. La nuvola viaggia, naviga per il cielo, si tuffa nel mare sotto forma di pioggia e torna su nel cielo quando ha voglia, sotto forma di vapore acqueo. La nuvola è lì e tutti la possono vedere ma nessuno la può toccare, nessuno la può prendere, nessuno la può avere. La nuvola è di tutti e di nessuno, la nuvola è libera.
Ecco io a sei anni ero così. A me veniva l'ansia se mi dovevo mettere "in fila per due".
Io odiavo dover andare in vacanza coi miei. Ma ci andavo, per forza.
E a 16 anni, durante una di quelle vacanze forzate, ho capito che forse la nuvola non la potevo fare, e dovevo scgliere un altro mestiere.
I miei quell'anno avevano scelto una vacanza rilassante. Un paesino sperduto nel Gennargentu, in un ex convento, in mezzo alle montagne, dove il centro abitato più vicino era a 30 km, ed era Orgosolo.
Il giorno prima della partenza ho tentato inconsciamente il suicidio lanciandomi col motorino a tutta velocità per una curva pericolosa. Mi sono fatta molto male ma non tanto da far saltare questa vacanza. Speravo almeno di incontrare un ragazzino super figo con cui fare amicizia.
E alla fine siamo partiti. Gli unici ospiti di quell'ex convento eravamo io e la mia famiglia, gli amici dei miei genitori col loro figlio mio coetaneo e un gruppo di ragazzini disabili con relativi educatori. Un ragazzo down è diventato il mio compagno di giochi preferito e la sua educatrice è diventata il mio mito, il modello da seguire!
E' stata una vacanza bellissima e divertentissima e quando sono rientrata in mezzo alla civiltà avevo le idee un pò più chiare su quello che avrei voluto fare da grande. O forse solo sulla risposta da dare a chi mi avrebbe chiesto "cosa vuoi fare da grande?".
Perchè ancora adesso, io da grande voglio fare la nuvola.

domenica 10 maggio 2009

ma quello...è un mio amIco di FACEBOOK!!!!!!!

A volte viene da chiedersi che senso abbia.
Stai a cazzeggiare su fb e ti ritrovi una richiesta d'amicizia...
vai a vedere e quasi fai fatica a ricordare dove cavolo hai sentito quel nome...
ma siii, è un vecchio compagno di scuola, non stava neanche nella tua classe,
ma si chiacchierava, ci si incontrava alla ricreazione, si è fatta anche qualche gita assieme,
scioperi e assemblee...
non lo vedi da...eh sì son 13 anni ormai!
non lo vedi e non lo senti perchè 13 anni fa non avevamo ancora neanche il cellulare!
si riuscivano ad organizzare con fatica le rimpatriate estive che saranno durate per due o tre anni
e poi ognuno per la sua strada, giustamente e naturalmente.
E adesso? adesso c'è facebook!!!
adesso perdersi di vista non esiste più, è un concetto astratto, vecchio, sorpassato!
"eravamo amici e poi...sai come vanno ste cose,ci siam persi di vista!" ma come vi siete persi di vista????
come è possibile..e...facebook???
tra i tuoi amici di facebook ci son senz'altro tutti i tuoi compagni di scuola dalle elementari all'università,
i colleghi di lavoro, il barista del villaggio dove hai fatto la stagione 10 anni fa e che ti sei dovuta spremere come
un limone rinsecchito per ricordare il nome....
(già ti vedo lì davanti al computer....ROBERTO..NO NO ALBERTO, ALBERTO BAAA, NO BEEEE, ASPETTA ASPETTA...
ERA GILBERTO????? e dopo un'ora siete....amici!!! amici di facebook!)
e quanta fatica per ricordare almeno 5 nomi del gruppo di ragazzi con cui hai fatto la vacanza studio in Irlanda o in Gran Bretagna
quando avevi 16 anni!!! ma ora son tutti tuoi amici di facebook..e alcuni ancora non te li ricordi...
poi c'hai sicuramente qualche professore, l'ex dell'amica di tua sorella, il parrucchiere di tua zia, la nipotina della vicina di casa di tua nonna
che quando avevate 6 anni passò l'estate con te a correre e a giocare a palla per strada...e adesso è sposata quindi c'hai anche suo marito.
Poi c'è ovviamente il tipo conosciuto quel famoso capodanno in discoteca, quello con cui hai ballato il lento "come mai" degli 883 e poi...
e per trovare lui hai dovuto digitare il nome e la città perchè mentre brindavate al 1995 sul sedile posteriore della sua fiat Tipo, tra una cosa e l'altra
si è scordato di dirti il cognome....per fortuna hai riconosciuto la foto!
Ti piacerebbe tanto aggiungere i pen friends giapponesi con cui ti scambiavi le letterine alla fragola per imparare l'inglese alle scuole medie...
ma se ci hai messo 40 minuti a ricordare quel Marco Rossi della vacanza in Irlanda....lasciamo perdere!
Ma intanto c'hai il giornalista che ha scritto quel bellissimo articolo, il chitarrista dei Gem Boy, Marco Carta ( chissà se è davvero lui, ma comunque fa numero),
i colleghi del tuo fidanzato, i fidanzati delle tue colleghe, i fondatori di qualche gruppo a cui ti sei iscritta....e infine i padroni dei pet che incontri al bar
che aggiungi solo per avere più coins e comprarti finalmente quella cacchio di vasca idromassaggio!!!!!!
...cosi sei arrivata a 371 amici...se avessi dovuto aggiungere solo quelli che realmente frequenti avresti si e no una quarantina di amici
e saresti considerata un pò una sfigata no?
Bè ora sei a 372 perchè hai accettato l'amicizia di quel vecchio compagno di scuola, quello dell'altra classe...
non fai a tempo ad accettare che ti si apre la finestrella di chat...OMIODDIO cazzo vuole???
"ciao!"
"hei ciao!!! quanto tempo!"
"già..come stai?"
"bene e tu?"
"ah si tutto bene...che fai"
"io vivo a Milano son laureato in economia e lavoricchio qua e la"
"ah io vivo a Bologna e lavoro in un asilo"
"ah che bello...."
"eh si...."
"ma tu sei sempre ugualeeeee"
(tu no tesoro....) "ahah grazie :D "
"....."
"...."
"quest'estate in Sardegna?"
"e certo!!!!ovvio!"
"ah dai...magari ci si becca.."
"bah magari in spiaggia" ( cazzo non ti ho beccato in 13 anni in spiaggia....)
"altrimenti si organizza, magari andiamo a bere qualcosa..."
Ecco. A questo punto, sinceramente non vi verrebbe da rispondere " Ma anche no!!!!"
Cioè, non lo vedi da 13 anni, tutto quello che avevate da dirvi l'avete esaurito in queste tre righe di chat, non chatterete mai più,
al massimo potete mettere un "mi piace" su qualche minchiata che scrive in bacheca, o copiare un test dalla sua home,
o se proprio siete molto curiose andare a vedere le foto per vedere quanti capelli gli son rimasti in testa o se te lo ricordavi proprio cosi,
come quando 13 anni 7 chili fa (suoi ovviamente) fumavate una sigaretta in cortile all'ora di educazione fisica...
Ma sinceramente ti ci vedi, al tavolo di un pub, con uno sconosciuto davanti a chiacchierare...di cosa?????
Di guerra di bande?? di rapitore seriale??? di pet society???
Immagina:
"ah ma sai quale sarà il nome dell'uomo della mia vita?? GINO!!!"
"ooh non mi dire...e io sai quale personaggio disney sono??? indovina!"
(il gobbo di notre dame????) "ahah non saprei...Peter Pan forse?"
"senti e quale canzone di ligabue ti rappresenta? e quanto conosci la lingua sarda? e quali sono le 5 cose a cui non rinunceresti mai?e che gusto di gelato sei?"
vedi le cose di cui parlare sono tante, ci sarebbe da passarci la notte..ma in fin dei conti non è meglio se te ne stai a casa, al pc e tutte queste cose te le guardi su fb?
Cerchi un modo carino per dirgli che effettivamente non avrebbe molto senso incontrarsi...ma chi se ne frega...in basso a destra c'è un'icona in cui sta scritto:
Sei online. Passa a offline.
Cliccaci su, questa è la tua risposta.

domenica 22 marzo 2009

Appurato che la matematica non è un'opinione come la mettiamo con la geografia?


Mi vergogno. E' più di un mese che non posto. Mi vergogno e mi scuso con i miei due lettori ( la dada Chiata e Marcobaleno!) per essere una blogger cosi pigra e incostante.
I motivi della mia assenza sono tanti,ma si riducono fondamentalmente a uno: dopo essermi allenata parecchio col brain trainer del dr Kaw....comesichiama sulla Nds il magico e misterioso mondo della matematica ha cominciato ad essere un pò meno misterioso per me...ebbene si! Sottrazioni a catena e conti e resti son diventati dei giochi accessibili anche per me. Riesco a dire con una certa sicurezza 7+5=12 (aspe...sì sì 12) senza usare la calcolatrice e senza contare con le dita...
Ma io son rimasta sempre la stessa, con tutti i miei dubbi e le mie incertezze.
E tra i miei dubbi e le mie incertezze c'è sempre lui...il chiodo fisso, quello che è l'argomento che in qualsiasi momento, con chiunque mi trovi, in qualsiasi situazione allegra o triste, dopo aver esaurito gli altri argomenti di conversazione,salta inevitabilmente fuori. Lui. Il Molise. Il Molise, questo misterioso sconosciuto.
Penso di essere una persona mediamente colta, sì. Conosco la maggior parte degli autori italiano dal 700 a oggi, conosco la maggior parte delle correnti letterarie, so tradurre in inglese una semplice frase, come ad esempio "il libro è sul tavolo", so fare l'analisi logica di alcune semplici frasi come "Maria mangia la mela" o "la dadaniela va in Ascoli" (con la straordinaria partecipazione del complemento di moto "in" luogo che si distingue dal moto "a" luogo se il soggetto anzichè andare in Ascoli va magari a Milano..).
Nonostante questa mia rispettabile cultura, ogni qualvolta costruisco mentalmente il puzzle dell'Italia politica mi ritrovo con in mano un pezzo, mi avanza sempre lo stesso: e quel pezzo si chiama Molise!
Il sabato sera si esce, si mangia si beve, si chiacchiera e si finisce sempre con..."ma dove sta di preciso il Molise???". In pausa pranzo ci si rilassa, si passeggia, ci si scambiano opinioni sui più svariati argomenti e poi alla fine "ma quali sono le città del Molise?".
Eppure tutte le volte che il dubbio mi assale, la prima cosa che faccio appena possibile è aprire google cercare una cartina dell'Italia, localizzare il Molise e fissare le sue (tra l'altro due) province che sono Campobasso (giusto?) e un'altra che non mi ricordo...
Credo che il prossimo gioco del brain traniner del dr Kaw...comesichiama riguarderà la geografia...

Dada Delfina

domenica 8 febbraio 2009

Lo fa anche Baricco....

Stamattina ho scoperto un blog molto carino, di una logopedista che si occupa di bimbi con disturbi dell'apprendimento...è davvero interessante e scritto in maniera moooolto carina!!! comunque il link è qui sul mio blog, tra i blog preferiti e nella mia pagina di fb...
la cosa interessante è COME sono arrivata a scoprire questo blog!
I più penseranno (ed è anche la cosa più logica) che mi sono alzata, stamattina, con l'intenzione di compiere delle ricerche utili al mio lavoro e navigando nei siti che parlano di educazione sono incappata in questo interessantissimo blog...ebbene no!
Stamattina mi sono svegliata con un'altra, insana, idea....quella di mandare una mail a Baricco! Sì esatto...volevo scrivere a Baricco...
I soliti più si chiederanno "cazzo dovevi scrivergli a Baricco???"
Bè se permettete la mia corrispondenza privata è affar mio.
Comunque, per scrivere a Baricco mi serviva quantomeno l'indirizzo..email ovviamente.
Non mi ci vedo con carta e penna a scrivere una lettera; non so neanche se sono ancora capace ad usare una penna..certo sì, mi capita di scrivere qualcosa, ma una lettera....non so neanche se ancora esiste la carta da lettera..non gli avrei mica scritto su un foglio della stampante, come minimo mi serviva una carta da lettera! I miei ricordi della carta da lettera risalgono a quelle rosa e verdi al profumo di fragola e mela che si trovavano sul settimanale di barbie, che già quando io avevo 8 anni costava ben 4000lire e mia mamma ogni volta doveva accendere un mutuo per comprarmelo...
Ora con 40 euro al mese mi pago fastweb, la carta da lettera non mi serve e mando le mail.
Quindi dovevo trovare l'indirizzo di posta elettronica di Baricco, per scrivergli le cose che avevo in mente...dopo tanto cercare senza alcun successo mi sono imbattuta in questo blog dal titolo "lo fa anche Baricco". Bene!!!Non chiedevo altro..appurato che anche lui lo fa, ora non mi resta che scrivergli e verificare se lo vuol fare con me!
Ma ahimè, Baricco non c'entrava niente...era il titolo di questo bellissimo blog! Bè, insomma Baricco può aspettare!

Dada Delfina

giovedì 29 gennaio 2009

Sant'Anna lo justo lo r'manna....

Parto da questa frase impressa sulla lavagnetta del bagno dell'ABC...
Dopo la riunione di martedi sera lo scazzo regna sovrano...non è stata una riunione molto proficua...la capa ha praticamente parlato da sola per un'ora e mezza dicendo delle cose per metà scontate e per metà assurde!
Il nostro nuovo orario fa schifo...o meglio fa schifo l'orario della dadaniela (la dadadany che è diventata la dadaniela) e a me e alla dada Gs da molto fastidio vederla andar via alle 12 tutti i giorni!!!
Lo scazzo certo c'è, al lavoro va cosi...ma siamo una squadra fortissime io, la dada Gs e la dadaniela e riusciamo a far passare le giornate, come sempre, in allegria e buonumore!!!
Oggi ad esempio..dopo varie vicissitudini la capa ha tratto la conclusione che "la dada Delfina è in crisi esistenziale"...mah...se lo dice lei...io non ho fatto nulla!!!
Ho semplicemente travasato la pappa di "Liva" dal suo contenitore arancione ad un altro (Liva è prevenuta nei confronti di sua madre in quanto cuoca, quindi per farla mangiare siamo costrette a travasare la sua pappa in modo che lei non riconoscendo il suo contenitore si convinca che la pappa è stata preparata da chiunque ma non da sua madre...); dopo questo travaso ho provato a dar la pappa a Liva; lei non ha mangiato comunque (si vede che non ha tutti i torti riguardo alle capacità culinarie di sua madre...)allora ho buttato la pappa; dopo una ventina di minuti, avendo rimosso dalla mia mente questa serie di travasi mi sono autoconvinta di aver buttato via la pappa di Liva e anche la pappa di Pikachu credendola di Liva; allora ho dato a Pikachu del formaggio e della focaccia; in realtà la pappa di Pikachu non l'avevo affatto buttata ( e Pikachu ha fatto il sacrificio di mangiare anche la pappa...)!!!
Insomma a causa di questa piccola confusione, sono stata etichettata come "dada in crisi esistenziale"..e meno male che non ho detto a nessuno che sono caduta in cameretta mentre cullavo una bimba!!! In realtà l'ho detto alla dada Gs...che quando le ho detto "devo raccontarti che mi è successo l'altro giorno!" è sbiancata in volto e ha esclamato "oh Signore!".
Comunque.
Visti gli ultimi sviluppi all'interno dell'Abc io, la dada Gs e la dadaniela abbiamo fatto nostro il proverbio marchigiano "Sant'anna lo justo lo r'manna" che equivale un pò all'italiano "Dio vede e provvede" ma mentre quest'ultimo sembra più un augurio, un incoraggiamento "stai tranquillo che Dio vede e provvede" quell'altro ha più l'aria di una minaccia "stai molto attento perchè sant'Anna non è mica scema eh! lo justo lo r'manna!!!"..e tanto lo abbiamo fatto nostro che lo abbiamo scritto nella lavagnetta del bagno dei bimbi, in modo da non dimenticarlo, e ora abbiamo deciso di farci stampare anche le magliette...e speriamo che s.Anna le vede,le gradisca e r'manni lo justo!!!!

Dada Delfina

venerdì 23 gennaio 2009

da una pausa pranzo very polleg....

...a casa col pc! amico e nemico....
tra mezz'ora rientro al lavoro perchè ho dato il cambio alla dadadany che in questo momento è su un treno in direzione San Benedetto del Tronto (è la prima volta che scrivo Tronto correttamente ragazzi! forse sto diventando grande, sto imparando ad esorcizzare i fantasmi del mio passato, a guardare in faccia alla realtà, pronta per trovare me stessa e per chiamare le cose col loro nome!!!ahah scema!!!!)comunque....
e io la sostituisco..(cioè, lei va a Sbt e io la sostituisco...mon Dieu...).
Comunque chiudiamo questo capitolo, che è stato oggetto di discussione dell'ultimo aperitivo con le dade (dopo una birra media e due montenegro(i) la dada Gs mii ha confessato: "il fatto che tu voglia leggere un libro della Fallaci mi sconvolge più di tutto il resto..." povera dada Gs!)...
comunque.
Oggi è l'ultimo giorno di Fdp. Fdp ha fatto la storia dell'Abc. Fdp ha la fissa degli animali feroci... Il leone. Il lupo. Ultimamente lo squalo...
Ha la magllietta dello squalo, fa il verso dello squalo (ruggisce, va bè), parla solo di squali.
Questa povera dada provata dagli ultimi eventi della sua vita deve avere ogni giorno a che fare con questo elemento...
Il limite l'ho toccato lunedi...(giornata di merda, ok)
Fdp: io sono lo squalo, dada Delfina aaaarrrgh!!!
Io: ma vaffanculo te e lo squalo! (non credo mi abbia sentito...spero)
Lui il limite lo ha raggiunto mercoledi all'ora del cambio, con molta serietà, con tutta la serietà dei suoi tre anni appena compiuti: "dada, devi stare attenta perchè lo qualo è molto pericoloso...". Azz...
Io: "F. stai tranquilla so badare a me stessa!".
Lui deve esserci rimasto male, forse si aspettava un "aiutoo che pauraaaa!!!".
E forse aveva ragione...
e oggi lo salutiamo, va alla materna..il nostro squaletto va alla materna...
mancherà un pò di casino, urleremo di meno, si....
ma ci mancherà...
Ciao Fdp!!!!!
(prometto che starò attenta.)

Dada Delfina

lunedì 19 gennaio 2009

uomo avvisato....

se domani Fdp entra all'asilo alle 7,45 dicendo la frase "IO SONO LO SQUALO ARGHHHHH!" giuro che URLO!!!!!!
Dada Delfina e il suo subconnscio...troppo sub e poco conscio

martedì 13 gennaio 2009

un montenegro!

Ok tutti siamo d'accordo!....un montenegro!
Ma se si è in tre a desiserare un montenegro?
E se le tre persone che desiderano un montenegro siamo io, la dada Gs e la Dadadany, come la mettiamo???
Lunedi, giorno di stipendio, giorno di pranzo da Babette!
Dopo aver concluso che io, la dada Erminia e la Dadadany prendiamo uno stipendio di tutto rispetto (sommando assieme i nostri tre stipendi in effetti risulterebbe uno stipendio di tutto rispetto!) abbiamo deciso di concederci la pausa pranzo da Babette, ristorante self service....La giornata non era delle migliori per nessuna delle tre...
La dada Gs era incazzata nera, per via di alcuni problemi che aveva avuto nell'affittare la stanza (problemi...un film dell'orrore!!!), la Dadadany non era molto soddisfatta dei nuovi orari proposti dalla capa, io ero depressa perchè la dada Gs aveva avuto problemi con l'affitto, per gli orari della dadadany, per altri motivi che non mi ricordo, perchè avevo perso il volantino del parrucchiere che alla modica cifra di 30 euro ti faceva la piega per tre mesi ( non che ci sarei andata ma mi piaceva l'idea del parrucchiere alla modica cifra di.-che in quel caso era 30 euro ma poteva essere qualunque cifra, modica ovviamente-vabbè basta intripparsi sennò non la finiamo più anche perchè io la piega me la faccio benissimo anche a casa e poi 30 euro non mi sembra cosi modica come cifra....magari per tre mesi...comunque.).
Comunque.
Comunque.
Da Babette abbiamo preso il buffet dove per 8,50 ci si riempie il piatto di tutto quello che si vuole...figuriamoci!!! Riempiti i nostri piatti ci siamo sedute al tavolo a mangiare e a parlare delle disgrazie del giorno, col solito buonumore e autoironia. Dopo aver mangiato e diviso i miei avanzi nei piatti della dada Gs e della Dadadany per fare finta che non avevo lasciato avanzi solo io ma che ognuna di noi aveva lasciato qualcosa (i trucchi da malata di mente) abbiamo preso il caffè e abbiamo pensato bene di prenderci anche un amaro.
Ci siamo trasferite in un altro locale e abbiamo deciso, tutte e tre, che volevamo un Montenegro....uno a testa ovviamente. Come fare??? A questo punto si è presentato il solito problema: Il plurale delle parole difficili...e Montenegro è una parola difficile....Tre montenegri? tre montinegri?? tre montenegro???
La dadadany: una donna, una soluzione! "ce l'avete il montenegro? Tre!"
Dopo aver bevuto i nostri ehm....amari, alla modica cifra di 2,20 euro cadauno il mondo ci è apparso un pò meno grigio :)

Dada Delfina

domenica 11 gennaio 2009

Gennaio pazzerello...


Siamo a Gennaio, mese lungo triste e freddo.
Le vacanze sono finite, tutti più o meno lentamente sono rientrati alle quotidiane attività.
Anche all'ABC le attività sono riprese normalmente, anche se la parola normalmente è un pò pretenziosa per essere applicata ad un posto come l'ABC!!!
Il 7 gennaio abbiamo riaperto i battenti (uuuuuaaaaaahhhhhhh :((((( scusate, momento di nostalgia), dicevo abbiamo a fatica riaperto la saracinesca e accolto i pargoli di rientro dalle vacanze.
Il rientro è stato all'insegna della neve, della stanchezza, del freddo ma il buonumore non ci ha mai abbandonato! Ho ritrovato le mie dade, questo è l'importante...
Ma dopo 15 giorni è faticoso....la mia mente ci ha messo un pò ad abituarsi al ritmo e nonostante le laureee marroni, gialle, viola, verdi etc conseguite durante le vacanze sono comunque riuscita a fare 65-3,5=21,5 col disappunto del povero genitore che avendo pagato un pacchetto di 65 ore s'è ritrovato già il 7 gennaio con 21 ore residue!!! Ma son cose che succedono...
Durante le vacanze mi sono rilassata e divertita allo stesso tempo, tra un bicchierino di mirto e uno di limoncello sono riucita a nascondere gli indizi che incriminavano la signorina White come assassina di mr Black, ucciso nella sala da pranzo con il candeliere, e a scoprire che la città italiana situata più a Nord che possiede un autodromo è Merano....e che gli Zero assoluto sembrano due ma in realtà sono tre, e il fratello di Super Mario Bros si chiama Ugo Bross...e soprattutto che l'acacia più diffusa in Italia è la caccia all'uccello!!!! Insomma la cultura non è mai troppa e non si smette mai di imparare!!
E quindi tra Trivial e Travian, Tabù e Cluedo è arrivato Gennaio...
Buoni propositi per l'anno nuovo?
Cazzeggiare un pò meno, andare a pattinare con la dada Dany, fare una vacanza a San benedetto del Trombo, smarchiggiare le Marche (e riportare la dada Chiata a Bologna) imparare una nuova lingua (l'ascolano), realizzarmi nella mia professione (dopo aver scoperto qual è la MIA professione!) raggiungere con il brain training un'età mentale di 20 anni in modo da riuscire poi a fare le ore senza l'ausilio della calcolatrice!!!!

Dada Delfina