mercoledì 29 luglio 2009

TERAPIA DI GRUPPO




Ultima settimana all'Abc. La seconda settimana senza la capa.
Tutti i giorni, all'ora del pranzo dei bimbi io e la dada di Gs facciamo la seduta psichiatrica o terapia di gruppo. La terapia di gruppo comincia tutti i giorni con un coro: CHE SUCCEDE??? CHE SUCCEDE??? CHE SUCCEDE????
Sono loro, i bambini che danno il via tutti i giorni alla seduta.
Tutti i giorni alla stessa ora, quella della frutta del dopo pranzo, passa la macchina che pulisce la strada; appena i bimbi avvertono e riconoscono il rumore levano il coro, sempre lo stesso tutti i giorni: CHE SUCCEDE??? A partire da questo coro si crea un clima di rilassatezza e divertente confidenza tra noi educatrici e loro, i bambini 24/36, cioè quelli dell'ultimo anno, dai due ai tre anni. Sono 6/7 bambini. Con questo coretto sembra quasi che si instauri un'atmosfera di complicità in cui noi siamo bambini e loro un pò educatori. Allora si parla, si scherza, si ride e ci si fa i dispetti. Noi e loro, alla pari. E si parla di tutto: di mamma e papà, delle vacanze, dei giochi preferiti, dei fidanzati e degli amici, del futuro (per loro, in particolare l'imminente esperienza della materna, senza di noi).
E allora si sentono frasi come "io io io io io vado al mare coi cugini"; "P. è seduto lì, si vede il culo!" "dada, chiudiamo la dada Erminia in bagno?" " Io vado in Toshcana con la paletta!".
Spesso capita che io e la dada Gs diamo l'input e poi lasciamo che siano loro a intavolare la conversazione. Ogni giorno mi prometto di portare la videocamera perchè è impossibile raccontare tutto quello che viene fuori da quelle conversazioni. Ci sono quei momenti che io e la dada Gs non riusciamo quasi a stare in piedi dalle gran risate. Ma poi l'incanto quasi sempre viene rotto da un pianto di neonato o da un odore sospetto. E allora bisogna interrompere la terapia di gruppo, e rimandare tutto all'indomani. Tanto la macchina per pulire la strada passa tutti i giorni alla stessa ora, all'ora della frutta.
E tutti i giorni si leva quel coro: CHE SUCCEDE???

Dada Delfina

domenica 12 luglio 2009

Luglio, tempo di bilanci.

Mancano tre settimane alle tanto agognate ferie.
Il 31 Luglio è la data che tutte noi all'Abc aspettiamo più o meno dal primo di settembre...
Luglio è un mese particolare: fine delle attività e cazzeggio più totale, alcuni bimbi partono per qualche giorno di vacanza liberandoci delle loro vocette insidiose e tutte siamo più stanche ma nello stesso tempo elettriche perchè ormai manca poco e le vacanze si avvicinano. Talmente elettriche che alle volte dimentichiamo a casa la testa e ne combiniamo di cotte e di crude. Come la Dadaniela che si è dimenticata di aprire una mattina. L'apertura è alle sette e mezza e lei è stata svegliata alle otto al telefono dalla voce (non proprio gentile in quel frangente...) della capa richiamata all'ordine da un papà in attesa dell'apertura.
E Luglio è anche mese di bilanci, e bilanci all'Abc significa soltanto una cosa: bambini che vanno via. Una cricca di bambini che vanno alla materna lasciando un vuoto incommensurabile tra quelle quattro mura che è anche vero, presto saranno riempite da altre vocette, altre faccine, altre corse, altri pianti, altre risate. E' che adesso sempbra assurdo pensare di riaprire e non trovare più quei bambini. Poi è vero ci si fa l'abitudine ma all'inizio è strano.
E ci sono altri bambini che ci lasciano a metà. Sono quelli che fanno la domanda al nido comunale e vengono presi...e tra questi c'è anche lei, la mia adorata punkabbestia. La bionda con la faccia da stronza. A Settembre compirà un anno e non lo festeggerà all'Abc...
L'ho conosciuta quando ancora non esisteva. L'ho vista che aveva pochi giorni, l'ho presa in braccio che forse aveva un mese, le ho cambiato il pannolino che forse ne aveva due, è arrivata all'Abc in veste ufficiale che aveva cinque mesi, mi ha fatto prendere due tonsilliti e una congiuntivite, ma cosa fai quando una creatura di cinque mesi avvicina la sua boccuccia spalancata alla tua con l'intento di baciarti? Credo che se lo facesse Raoul Bova potrei appellarmi alla mia resistenza ma credetemi se lo fa una bambina di pochi mesi non è possibile.
Ma il nostro lavoro è così. E' un continuo susseguirsi di amori brevi e intensi. E ogni volta ci si ripromette di essere più fredde, più professionali, ma puntualmente arriva il cucciolo di turno che ci fa perdere la testa con un sorriso e con lo stesso sorriso ci abbandona inconsapevole, facendoci ciao con la manina come se dovesse tornare domani.
E invece tu sai che con molta probabilità non lo rivedrai mai più.

Dada Delfina

giovedì 2 luglio 2009

COSA VUOI FARE DA GRANDE? -parte seconda


Faccio l'educatrice e sono contenta.
Guadagno un cazzo ma mi piace questo lavoro e sono contenta davvero; mi piace svegliarmi la mattina ed essere felice di andare all'ABC.
Ma a volte mi fermo a pensare a quanti altri mestieri avrei potuto fare se non avessi scelto questo lavoro...o se questo lavoro non avesse scelto me. A parte la nuvola ovviamente, che non era fattibile per ovvi motivi, sono tanti i mestieri che in trenta e passa anni ho pensato di fare.



LA PASTICCERA, PIZZAIOLA, GELATAIA. Insomma una che sta dietro un banco a fare e/o vendere per tutto il giorno cose buone. Tra i tre forse quello che mi sarebbe piaciuto di più è il gelataio. Prima di tutto perchè a fare il pizzaiolo o il pasticcere mi brucerei col forno; e poi gli odori di pizza e dolci prima o poi stufano, il gelato non fa un odore forte e non brucia. E poi una volta, in una gelateria di Cagliari, ho visto un gelataio che si preparava un mini-cono della grandezza di una punta di cono normale e se lo mangiava. Ecco se io fossi una gelataia anzichè prepararmi, nell'arco della giornata tre o quattro coni normali, mi preparerei una trentina di quei mini-coni! Ma poi ho pensato che il gelataio lavora per tutta l'estate e finisce di lavorare tardissimo la notte,e anche il pizzaiolo e il pasticcere...non mi piace, niente gelataio, niente pizzaiolo, niente pasticcere.




IL MEDICO: Un mestiere che fa guadagnare tanti soldi. Mi è capitato di vedere me stessa, in camice verde e crocs verdi abbinate che si aggira per i reparti a dispensare medicinali e infelici diagnosi. Me stessa studentessa di medicina che suda milleduecento camicie su difficilissimi testi. Me stessa che taglia e cuce carne umana, ma anche no. Me stessa tirocinante che finisce a letto con una specie di dottor Sheperd, anche sììììì...ma poi ho pensato che io son troppo ipocondriaca; io se sento una malattia corredata di sintomi, tempo due ore io quei sintomi ce li ho tutti, ergo io ho quella malattia. Io in trent'anni e passa ho avuto almeno un milione di malattie, di cui il 90% mortali. Non c'è un punto del mio corpo che non sia stato accusato dalla mia mente malata di essere ricettacolo di un bruttissimo male. E un conto è sentir parlare di malattia una volta all'anno, un conto è fare il medico e sentir parlare di malattie ogni 3-4 minuti per tutti i giorni...non mi piace, niente medico.



LA LIBRAIA. Bellissimo lavoro. Ho sempre sognato di lavorare in una libreria, anzi di avere una libreria tutta mia, promotrice di tante interessantissime iniziative. Mi sarei rassegnata anche a lavorare di sabato e qualche domenica. Finchè non ho visto che la Feltrinelli di via dei Mille chiude tutti i giorni all'una di notte e il sabato alle due. Non mi piace, niente libraia



IN UFFICIO. A fare qualsiasi cosa, ma dietro una scrivania. A compilare scartoffie, a sbatacchiare sui tasti, con delle decolletè col tacco 12 e le gambe accavallate, coi capelli in ordine, il tailleur e le unghie perfette e la maglietta senza scie lumacose che si vedono in controluce. A fare la pausa caffè e leggere il sole 24 ore, e rispondere alle telefonate e fermarsi per l'happy hour, e chiedere l'aumento al capo e flirtare col collega come quelle signorine descritte da Cosmopolitan che lavorano tutte in ufficio. Che figata...quante volte, in mezzo al delirio e alla confusione ho esclamato con (poca) convinzione: "Voglio la scrivania!!!" Che figata...tutto questo per un giorno. E sì, perchè già il secondo giorno di lavoro mi verrebbe l'ansia, inizierei a muovere in modo frenetico i piedi ( con le decolleté tacco 12), a mangiarmi le unghie perfette, a stritolarmi i capelli piastrati e tinti, a fregarmi gli occhi mascarati, a grattarmi le gambe smagliandomi le calze da 35 euro, a mandare a fanculo capo e collega. Non mi piace, niente ufficio.



LA PSICHIATRA. E diventare famosa, scrivere libri ed essere intervistata al Maurizio Costanzo Show, raccontare la mia vita, il mio lavoro, i libri scritti,come Morelli e poi attaccarmi dietro a Bettarini per fare il trenino, o viceversa. Ma poi ho pensato che fare lo psichiatra forse non è solo questo e non mi piace, niente psichiatra.



LA HOSTESS. Quelle vere che stanno sugli aerei. Sempre in giro per il mondo senza fare un cazzo se non andare avanti e indietro per il corridoio dell'aereo e fare sorrisi a destra e a manca, e chiudere cassettini portabagagli con la manina dalle unghie perfette (anche loro)e muovere le braccia a mò di tg per i sordomuti mentre una vocina registrata dice cosa bisogna fare in caso di....ecco appunto, in caso di. Non mi piace, la hostess no.



LA WEDDING PLANNER. Ecco questo è uno di quei lavori che mi piacerebbe ancora fare: organizzare matrimoni! Occuparmi dei fiori, del ricevimento, dell'animazione, prendere i contatti con la Chiesa e il ristorante, andare ad assaggiare il menu...farmi i cazzi degli sposi, che meraviglia. E ci ho anche provato...Un anno e mezzo fa io e la dada Chiara abbiamo fatto un colloquio in un'agenzia che organizzava eventi, presentandoci come Wedding planners e raccontando un mucchio di fesserie sul nostro fittizio cv. Stiamo ancora aspettando che ci chiamino...mi piace, la wedding planner sì!




E poi ci sono quei mestieri che non mi piacerebbe proprio fare, ma provare a fare per una giornata, o forse anche solo mezza: falciare l'erba con la falciatrice elettrica, tracciare i campi da calcio con la calce, preparare quella pastella di sabbia e cemento che fanno i muratori, passare l'intonaco, lavare i pavimenti della stazione guidando quelle macchinine elettriche che puliscono, appunto, i pavimenti nelle stazioni, mettere le multe alle persone che viaggiano in autobus senza l'apposito titolo di viaggio...o anche perchè no, fare la casalinga, ma non quella che pulisce casa e fa la spesa. La casalinga che va in palestra, al centro estetico, a fare shopping, all'aperitivo con le amiche e torna a casa la sera in tempo per far trovare la cena pronta al marito. Quella che è passata a ritirare al take away dopo l'aperitivo!
Eppure tra tutti quei mestieri che avrei potuto fare ho scelto proprio di rinchiudermi in un asilo nido con potenziali psicopatici che urlano, piangono e cagano tutto il giorno. Forse allora è proprio vero, non sono io che ho scelto questo mestiere, ma è questo mestiere che ha scelto me.

Dada Delfina