venerdì 4 settembre 2009

Parlo da sola, almeno mi rispondo.

Io ho un alter ego, pochi lo sanno. Si chiama Claudia. Non è un nome scelto a caso in un momento di follia, il mio alter ego si chiama davvero Claudia. E' un nome che mi è sempre piaciuto non tanto per il suo significato (che è qualcosa come "zoppo") quanto per il suo suono che mi ricorda tanto "nuvola" in inglese. La dada Chiata dice che Claudia ha un suono che scivola e rimbalza, come un'onda su uno scoglio... Clau...scivola, rotola e ...dia, rimbalza.
Io parlo molto con Claudia. Anche se non ce ne sarebbe bisogno perchè lei sa tutto di me, io le parlo lo stesso. E non pensiate che lei mi da sempre ragione, non è cosi.
Claudia mi cazzia, mi rimprovera, mi mette anche i bastoni tra le ruote a volte.
Anzi per dirla tutta lei non è quasi mai d'accordo con me, non so se lo faccia per dispetto o per ripicca ma ha sempre qualcosa da ridire, mi fa sentire come una che fa solo stronzate. Meno male che i congiuntivi non li sbaglio perchè se li sbagliassi lei sarebbe una di quelle sempre lì ad ascoltare e a correggere. Fastidiosa.
L'altra sera io e Claudia abbiamo parlato tanto. Sedute sul divano con un bicchiere di tè freddo parlavamo del passato, del presente e del futuro. Lavorativo, anche.
Io ho un sogno e Claudia lo sa; è quello di poter avere un giorno una mia attività, un asilo ovviamente, tutto mio. Certo per ora è solo e soltanto un sogno, ma pur sempre un sogno che prima o poi intendo realizzare. Stavolta Claudia mi ha ascoltato senza fiatare. Quando Claudia mi ascolta senza fiatare i motivi sono due: o non mi sta prendendo sul serio oppure, molto più raramente pensa che in quello che dico almeno un 5% di sensato ci sia. Credo che neanche stavolta mi abbia preso sul serio.
Parlavo del mio futuro asilo, dei miei futuri bambini, delle attività, degli arredi e del materiale didattico. Lei mi guardava e ogni tanto faceva "ah" "si" "uhm" per farmi credere di essere interessata.
Certo i problemi ci sono, le dicevo. I soldi, certo, ma la Regione finanzia....si si certo i permessi, ma c'è una legge Regionale.... Ogni volta che dicevo la parola Regione o un suo derivato Claudia si contorceva un po', cambiava espressione, abbassava lo sguardo.
A un certo punto, alla fine del mio quasi-soliloquio mi guarda e mi fa: "sì, ok, ma la Regione quale?"
La Regione quale???
"ah" le ho risposto, "tu che dici?".
"Boh" mi ha detto.
Al che mi sono un po' alterata. Ma che razza di alter ego mi sono andata a trovare?
La prossima volta parlo da sola, almeno mi rispondo.

Dada Delfina

1 commento:

Roby ha detto...

Ciao bella bimba, bello in tuo pensiero.
sai penso che a volte Claudia o chi per lei..risultino severe perchè noi siamo severe con noi stesse.
Ma non bisogna smettere di sognare perchè a volte i sogni diventano realtà e poi....la regione in cui stare .. ti sceglierà
Un bacione