domenica 25 aprile 2010

emozioni

Avevo 15 anni, era il primo giorno di scuola, seconda liceo, lo ricordo come se fosse ieri.
Forse perchè era ieri, forse perchè io e te, nonostante tutto, non siamo mai cambiate, siamo ancora quelle ragazzine.
Eri già seduta, al secondo banco, mi hai guardata. Io non ti conoscevo, se non di vista ma l'istinto mi ha guidato e mi son seduta accanto a te.
E tutto è cominciato.
Risate e lacrime.
Le canzoni di Grignani, di Ligabue parlavano di noi.
Soffrivamo come solo le quindicenni sanno soffrire, ma ridevamo come solo le quindicenni sanno ridere.
La gita a Roma, le frasi sul diario, le passeggiate sotto il sole e sotto la pioggia, il maledetto ultimo anno di liceo, con le nostre disperazioni di amori impossibili, infniti, strazianti, e le frasi estreme. Mi porterò il suo ultimo bacio nella tomba, se muoio chiamalo e digli che lo amo. Frasi pazze, da diciotenni pazze.
E le ore sui banchi di scuola, a ridere e soffrire per le ore di tedesco. L'esame di maturità, l'università, il non vedersi più ogni giorno e non perdersi mai.
Le tue lacrime alla mia laurea, le mie lacrime alla tua.
Ricordo ancora quel messaggio "Se il destino continua ad assisterci finiremo a casino assieme".
Il nostro abbraccio in piazza Repubblica prima della mia partenza per Bologna, la nostra prima vera separazione.
E' durata sei mesi. Il tuo arrivo all'aeroporto con una piccola valigia, che poi è diventata una casa, a cento metri dalla mia, e siamo diventate colleghe, e di nuovo compagne di banco. L'Abc, i nostri bambini, le passeggiate per il centro di Bologna, shopping e aperitivi, e ancora risate, lacrime, amori e dolori.
Tutto mi è passato davanti agli occhi in un minuto, mentre salivi su quel palchetto, e la sarta tirava la tenda, e tua mamma accanto a me aveva gli occhi lucidi, e anche Valentina, perchè vedeva un'amica che provava l'abito da sposa, ma non ha certo immaginato che per me non era cosi.
Io vedevo la quindicenne seduta su quel banco il primo giorno di scuola, la vedevo dopo quasi vent'anni salire su un palchetto per provare il suo abito da sposa.
Chissà quante volte in questi vent'anni abbiamo sognato questo momento. Chissà quante volte ci siamo dette che non sarebbe mai arrivato. E' solo un altro momento da aggiungere a tutti gli altri, e a quelli che verranno.
E per tutti questi momenti non posso che dirti grazie. Perchè il tempo passa, le vite scorrono, le cose cambiano. Ma noi no. Siamo sempre noi, due quindicenni pazze, sicure che la loro amicizia non cambierà mai.

2 commenti:

Chiata ha detto...

mi sono emozionata anch'io dada, leggendo...................................

ha detto...

ma a te quando ti tocca dada??? :D